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L’intervento riguarda la creazione di una nuova “casa famiglia” all’interno dell’Centro Salesiano di Arese, affidata ad una giovane coppia di educatori, con prole.
Precedentemente a questa esperienza, in altre strutture educative analoghe, l’attenzione si era indirizzata solo verso la creazione di spazi dimensionalmente adeguati per consentire l’affido temporaneo di minori, senza preoccuparsi però della qualità dei luoghi. Appartamenti più simili a dormitori che a case vere e proprie, caratterizzati da una sequenza di locali indifferenziati per dimensione o gerarchia indipendentemente dalla funzione ospitata.
I coniugi/committenti, hanno chiesto ed ottenuto dalla direzione religiosa dell’istituto che l’appartamento fosse parte attiva del processo di accoglienza e crescita dei ragazzi, in modo da “poter educare al bello immutabile attraverso il bello sensibile” secondo l’insegnamento di S. Agostino.
L’ampia superficie messa a diposizione dal Centro Salesiano per ospitare la nuova famiglia allargata, composta da due genitori e da otto “figli” (legittimi ed in affido), è stata generata dall’accorpamento di tre subalterni e da un sottotetto parzialmente soprastante, appartenenti a corpi di fabbrica attigui, ma di differente epoca di costruzione, struttura, sistema distributivo. Ne è risultato uno spazio allungato ed anomalo, per la presenza di una porzione larga e monoaffaccio, ed una stretta con doppia finestrature sui lati lunghi.
Il progetto, proprio sfruttando i limiti geometrici della forma scaturita, posiziona nella parte baricentrica dell’alloggio la zona giorno a doppia altezza, collegata visivamente col sottotetto, recuperato a zona comune per lo studio ed il gioco. Ai lati, le due zone notte, con camere di dimensioni contenute, a vantaggio degli spazi da vivere insieme.
La zona notte di destra è segnata da un percorso rettilineo che collega gli ingressi dai due distinti vani scala; l’elemento di distribuzione orizzontale così formato, naturalmente illuminato con dei tunnel di captazione solare posti in copertura, lascia le finestre a disposizione dei locali destinati alla permanenza di persone. Entrando nella zona giorno, ne mantiene intatta l’identità, l’importanza, la forza generatrice, che viene sottolineata da un cambiamento di colore della pavimentazione, divenendo così elemento ordinatore e di distribuzione del soggiorno, pranzo e cucina.
Il percorso inclinato prosegue infine nella zona notte di sinistra, trovando la sua naturale conclusione nella scala ad elica che porta al piano mansardato; il ribaltamento della direzione attorno all’asse dell’ingresso principale posto nella zona giorno, lo fa piegare verso il basso per andare a distribuire le due camere doppie e i bagni per disabili al piano dell’appartamento.

Ma la sola ricerca distributiva non sarebbe risultata sufficiente a generare spazi belli se non si fosse ricorsi a finiture di pregio e di design.

Nonostante il budget contenuto (200 mila euro, più della metà dei quali utilizzati per interventi strutturali di rifacimento della copertura, di creazione dei soppalchi e delle partizioni interne oltre che al rifacimento totale degli impianti) in rapporto alla superficie ristrutturata/realizzata (oltre 250 mq) l’obiettivo è stato raggiunto grazie alla generosa collaborazione di note aziende italiane del settore, che hanno offerto i loro prodotti al costo di produzione, se non addirittura gratuitamente.
In rigoroso ordine alfabetico BTicino per frutti e componentistica elettrica (www.bticino.it), Ceramica Flaminia per i sanitari (www.ceramicaflaminia.it), Disano per gli apparecchi illuminanti (www.disano.it), Fantini per le rubinetterie (www.fantini.it), Gedy per gli accessori bagno (www.gedy.com), Quarella per i marmi ricomposti (www.quarellaspa.com), Scirocco per i radiatori (www.sciroccoh.it), Skema per i pavimenti in laminato (www.skema.eu).

Il bello, ha già iniziato a dare buoni frutti.


Casa Famiglia (2002)